Perché gli
spirituali non realizzano gli obiettivi?
Postato il 29
agosto 2006
revisione del 24 settembre 2009
Questo
insegnamento è il risultato di una serie di estratti di alcuni
documenti che risultano essere parte integrante degli insegnamenti
della Scuola Progetto per l’Immortalità – Scuola di Illuminazione ®
Il
bene ed il male sono due polarità di questo tipo di universo duale ed
appartengono entrambe alle cosidette tenebre. La luce divina, che è
opposta alle tenebre, non è il bene come lo si intende in quanto
emozione umana. Il bene umano ha bisogno del male per nutrire se stesso
e viceversa per il male.
Per questo
motivo ci sono tre tipi di persone: persone per bene, persone per male
e persone... comuni!
La luce
divina, in un
universo duale, si camuffa come bene. D'altronde, se non si camuffasse,
il gioco della vita non sarebbe tanto allettante: dovevamo metterci una
variabile molto... intrigante!
Persone
comuni:
ma che belle parole. Tra le persone comuni ho trovato persone comuni,
persone naturalmente dolci e gentili che esprimono il proprio essere,
l’essere Dio. Cosa strana, molte di queste persone non frequentano
scuole spirituali.
Ci
sono anche persone
per male,
visto che spesso si parla di persone per bene. Anche loro "sono" ed
esprimono il loro essere, ma in questo caso aberrato. Ma amo molto
anche queste persone. Esse sono ciò che falsamente sentono di essere.
Anche loro
non frequentano scuole spirituali.
Prima
di essere
ciò che è definito “dio”, si deve essere ciò che si sente di essere. Le
persone non sono libere e sono così come sono, poiché non si dà loro la
possibilità di essere come vorrebbero essere, altrimenti "non le amiamo
più".
Poi
ci sono le (molte) persone
“spirituali”: almeno si definiscono così. Queste sono le persone
per bene.
L’opposto
della
luce divina sono le tenebre e le tenebre, nei vari simbolismi,
rappresentano il nostro mondo duale. La dualità si divide in luce e
buio e ciò è meglio conosciuto come bene e male. L’essere una persona
per bene o una persona per male, significa, in entrambi i
casi, che si è
bloccati o polarizzati nel duale. L’essere nella luce divina significa essere indefiniti.
Non
ci si può
svegliare un bel mattino e decidere che da oggi sarò buono,
poiché
così sarò anche polarizzato. A tal proposito, a breve verrà pubblicato
un servizio dal titolo I danni dei buoni e dei cattivi
(ora lo trovi QUI).
Gli
spirituali, i
buoni, spesso si lamentano ed in alcuni momenti piangono addirittura
puntando il dito verso coloro che sono persone per male e dicono:
perché a loro va sempre tutto bene? Perché loro raggiungono gli
obiettivi?
La
risposta è perché loro
sono persone oneste “dentro”! Essi hanno deciso di dedicare la loro
vita al male ed hanno quell’unico obiettivo. Sul fatto che a loro vada
sempre tutto bene, lì ho i miei dubbi. Prima o poi la vita presenterà
il conto. Lo sappiamo, i conti tornano sempre, così come i nodi vengono
sempre al pettine e così come la verità viene sempre a galla.
Ma
qui non
stiamo parlando di come la vita perseguirà queste persone, bensì stiamo
discutendo sul perché gli spirituali non raggiungono gli obiettivi.
“Non
si può essere servi di due
padroni, di dio e dell’umanità!” venne detto, saggiamente, duemila anni
fa.
La
mente funziona su un’immagine alla
volta. Mettere la propria attenzione, la propria
potenza, che è il modo in cui le
cose si realizzano, su obiettivi una volta “umani” e poi una volta
“divini”, alternativamente,
non fa altro che far avanzare verso
l’obiettivo divino, verso “la realizzazione del proprio essere” e poi
ritornare indietro
in direzione della propria “umanità”: si va avanti ed indietro.
Un’intenzione (umana) contro un’intenzione divina (del proprio essere)
crea uno STALLO. Infatti la sensazione che le persone spesso vivono è
di essere fermi in un problema, poiché un aspetto del problema è
proprio l’atemporalità, la sensazione di non muoversi. Ci si sente in
gabbia, come in un labirinto.
Vorrei
che coloro
che frequentano queste scuole sappiano che le persone comuni senza
alcun aiuto avanzano facendo la volontà di Dio. Contemporaneamente a
loro, anche i malvagi avanzano, poiché sono ciò che sentono di essere.
Nel
cervello duale, quello degli
emisferi, che è la sede della personalità, si elaborano i confronti
circa i modi di essere. Si può essere Dio quando il voler essere Dio
non sarà più la cosa più importante della propria vita. Fin quando sarà
la cosa più importante allora vuol dire
che essa sarà
una scelta duale del cervello duale poiché la confronterete e le darete
importanza in relazione a persone, tempi, eventi, situazioni e cose e
questo porterà stress nel vostro corpo.
Ci
si sentirà stressati poiché ci si sente in dovere di mostrarsi perfetti
e di non fare errori.
Questo
è ciò che
intendeva Gesù quando disse di ricercare unicamente prima il Regno (il
controllo sui vostri pensieri che avviene quando sapete usare il lobo
frontale, il trono del Re del Regno dei cieli - in definitiva essere -)
e la sua giustizia e tutto il resto viene dato in sovrappiù.
Si
deve solo essere,
poiché se si dà importanza al fatto di voler essere
Dio in quanto cosa più importante vi assicuro che non solo non ci
riuscirete, ma sarete ancora più in trappola del vostro cervello duale.
Essere
non
deve essere la cosa più importante: deve essere l’unica
cosa; è solo per questo motivo che è anche “importante”,
poiché è l’unica cosa.
Coloro
che credono
di "sapere" poiché frequentano scuole spirituali, sanno, in realtà,
meno delle persone comuni poiché non sperimentano se stesse, nel bene e
nel male e quindi non escono dalle tenebre.
Le
persone comuni
non si atteggiano nei confronti degli altri, poiché esse semplicemente
SONO; non hanno bisogno di cultura poiché loro vogliono ESSERE. Non
usano quei metodi che si apprendono nelle scuole spirituali per poi
potere avere, in maniera subdola, potere sulle persone: le persone
comuni non hanno bisogno di imporre ancor più subdolamente il potere
sugli altri; esse SONO e regolano e controllano la situazione secondo
il meglio che li circonda. Esse SONO e per questo amano.
Coloro
che usano
le proprie abilità per fini personali ed egoistici, dico che non ci
sarà alcuna speranza che nel momento del bisogno la pace possa giungere
per arrecare loro conforto.
Spesso,
nelle loro
fantasie, gli spirituali chiedono di incontrare un Grande Essere; ma
credete davvero che tali Grandi Esseri si fermerebbero a parlare con
loro? Per quale assurdo motivo dovrebbero stare con loro? Di che aiuto
gli sarebbero? Pensano forse di raccontargli barzellette per farli
divertire?
Loro
vorrebbero
dare conoscenza per divenire interiormente ricchi, di valore, ma gli
spirituali vorrebbero che si insegnasse loro il metodo per fare soldi o
si aspetterebbero stare a cena con loro solo per poter dire di essere
stati insieme ad un illuminato per qualche ora, ma questi
ultimi non se li filerebbero poiché sono
poveri dentro.
Gli
spirituali non
sono come le persone comuni. L’essere buono significa polarizzarsi e
per polarizzarmi devo, innanzitutto, aver scelto di non aver deciso di
essere.
In
principio e per
sempre è la decisione e la decisione è essere! Siamo condannati ad
essere felici; tanto vale iniziare da subito.
Per
essere felici il
proprio “essere” deve divenire l’unica cosa e si devono
lasciare da parte tutti gli obiettivi umani, altrimenti ci si
sente come una carrozza ferroviaria che è tirata da due locomotori
opposti contemporaneamente.

Immaginate
questi due
locomotori se tirassero, contemporaneamente ed in modo opposto, lo
stesso vagone!?
Sarebbe un disastro; le
nostre vite sono così poiché non abbiamo dedicato il nostro essere
all’unica direzione importante!!!
È
per questo che gli
spirituali non realizzano gli obiettivi, poiché sono servi di due
padroni.
NON
C’È LA DECISIONE!!!!
Specialmente
nel Regno di Dio, una donna è incinta o non è incinta; non è incinta
per metà. Per entrare quindi in questo Regno si devono abbandonare
davvero e per sempre tutti gli aspetti della personalità che viene
retta, principalmente, dalla consapevolezza sociale, il più grande
incatenamento di tutti i tempi.
Non
è frequentando le scuole spirituali che si diviene eletti: lo
si diviene
decidendo e facendo la volontà del proprio “essere” nella vita di tutti
i giorni. Questo e solo questo significa essere.
Non
si può fare lo spirituale; lo si
può solo essere spirituale.
Arcangelo Miranda
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