I danni dei
buoni e dei cattivi
postato
il 18 settembre 2006
revisionato il 17 marzo 2007
rivisto il 24 novembre 2008
Chi
fa
più danni? Un buono o un cattivo? Certamente
i buoni fanno più danni; i danni sono danni anche se la motivazione per
cui sono commessi è benevola.
Il
buono, in genere, accoglie sotto le sue
protettive ali da chioccia persone che, avendo nella loro vita scelto
il ruolo di vittime, sono intenzionate solo a succhiare e nulla fanno
per uscire dalla loro avvilente situazione.
Si
tratta di uno stato emozionale collegato ad un altro stato emozionale;
Il
cattivo te ne accorgi subito e lo allontani, il
buono no poiché risponde facilmente all’emozione umana che camuffa il
vero bene assoluto, quello del divino che noi siamo.
Nel
servizio
PERCHE'
GLI
SPIRITUALI NON RAGGIUNGONO GLI OBIETTIVI è detto: Il bene
ed il male sono due polarità di questo tipo
di universo duale ed appartengono entrambe alle cosidette tenebre. La
luce divina, che è opposta alle tenebre, non è il bene come lo si
intende in quanto emozione umana. Il bene umano ha bisogno del male per
nutrire se stesso e viceversa per il male.
Per
questo motivo ci sono tre tipi di persone:
persone per bene, persone per male ed un terzo tipo di persone che, nel
citato servizio, definisco "comuni"; queste sono quelle che davvero
vivono nella vera luce e sono praticamente una rarità.
Le
azioni dei buoni e dei cattivi sono un problema
di aberrazione; il buono commette errori non sapendo di farlo
(atteggiamento luciferino: tenta di portare luce), mentre il cattivo
può essere più o meno coscientemente distruttivo (atteggiamento
diabolico).
Il
buonismo è il prodotto dei sensi di
colpa e, poiché i buoni sono in numero maggiore dei cattivi, il motivo
per cui il mondo è fallito e si trova nella drammatica situazione in
cui si trova, è responsabilità dei buoni che, credendo di apportare
luce, hanno distrutto tutto.
L’amore
di mamma, per quanto onorevole
possano essere le intenzioni, per la maggior parte dei casi mira solo
ad ottenere una momentanea soddisfazione emozionale. In
realtà, è spesso una risposta emozionale ad uno stimolo dell'ambiente.
In queste condizioni l'individuo non sperimenta una originazione
auto-determinata del BENE, bensì "scatta" in lui la necessità di fare
qualcosa per gli altri quando ci sono condizioni ambientali che lo
inducono, in modo compulsivo, a compiere un
atto di servizio.
È
per questo motivo, così come viene detto nell’insegnamento
IL VERO
SIGNIFICATO DEL SERVIZIO che non si tratta di vero servizio
ma, ancora una volta, di emozione.
I
pacifisti che vogliono a tutti i
costi la pace, si comportano così poiché sono pieni di sensi di colpa e
non riescono più a far fronte alla sofferenza. È anche grazie a loro
che il mondo è il disastro che è oggi.
In
questo universo non può esistere una
carica da sola, sia essa positiva che negativa. Ogni qualvolta abbiamo
una carica positiva, dobbiamo avere per forza una corrispondente carica
negativa. Solo le azioni d’amore non creano cariche.
Il
bene ed il male sono come due vasi
comunicanti: ogni qualvolta ne riempite uno, l’altro automaticamente,
va in equilibrio,
deve
andare in equilibrio.
Ciò
significa che ogni volta che si
ricopre il ruolo di vittime o di soccorritori alla Don Chisciotte o
quello di carnefici oppure, come accade in quei balordi corsi
emozionali pseudo-spirituali, ogni volta che abbracciate qualcuno in
preda ad un emozione di buonismo e non per vero affetto, dico ogni
volta, state riempiendo anche l’altro vaso del sistema comunicante; in
parole povere ed in fatti pratici,
ogni volta che “siete
buoni”, contemporaneamente state creando “il male” da un’altra parte
del mondo.
Se siete per la pace, state creando la guerra;
se siete per i più deboli state creando i carnefici, se siete contro i
carnefici state creando vittime.
Per
capire: se qualcuno ci dicesse (per
finta) che il continuo abbracciare qualcuno poiché spinti dall'emozione
della situazione creata artificialmente durante quei mielosi corsi
emozionali porterebbe per conseguenza ad assorbire il karma di colui
che si abbraccia, continueremmo ad abbracciarlo?
Nel
frattempo, voi, l'Essere Spirituale, l'immensa forza che genera il
creato e più grande di qualsiasi cosa si possa concepire, siete
relegati al banale ruolo di fulcro di un'altalena che serve per tenere
in piedi il bene e male che alternativamente si devono presentare ai
vostri occhi.
Questo
significa che ogni volta che siete “buoni”
voi state creando
anche bambini soldato da un’altra parte del mondo.

bambino
soldato con mitragliatore
foto
UNICEF
Colui
che ha un carattere equilibrato è un testimone di volontà applicata. È
alla ricerca della giustizia, continuamente e liberamente; non sono i
sensi di colpa che compulsivamente lo bloccano e lo inducono a fare
sempre le stesse buone azioni.
Ti
sei mai chiesto chi ti ha messo nei guai? Colui che hai tentato di
aiutare!
Se
non vedete gli altri come dio non potete essere dio. Questa è una frase
che ripeto in continuazione. Noi siamo ciò che osserviamo. Se crediamo
che il mondo ha bisogno di aiuto, allora anche noi avremo bisogno di
aiuto. Se invece noi vediamo tutti già arrivati, allora per noi tutti
saranno dio e noi ci vedremo tali. Così il mondo non si riempirà di Don
Chisciotte che lo vogliono salvare e di cariche positive &
negative.
Allora,
chi ti ha messo nei guai? Ripeto: colui che hai tentato di aiutare,
poiché chi di aiuto ferisce di aiuto perisce. Il vero aiuto è un atto
d'amore e non è mai generato da una spinta emozionale. Ma questa cosa,
l'amore, è un tale segreto ed è divenuto talmente complesso per l'uomo
aberrato, che non è qualcosa che si può trasmettere qui per iscritto.
Questo
mondo non ha bisogno di essere salvato ma solo di essere lasciato in
pace. Ciò non significa che la situazione non sia tragica, ma solo che,
fin quando gli individui non passeranno dall’altra parte delle
esperienze che hanno creato, non si potranno rendere conto in che
situazione si sono messi.
Solo al di fuori delle tenebre
c’è la
vera luce;
se la
vera luce fosse nelle tenebre non ci sarebbero le tenebre stesse che
sono composte, come abbiamo detto, di buio e di falsa luce. Ciò non
significa che la situazione dell’Essere umano non sia disastrosa,
tutt’altro, e certamente ci stiamo avvicinando a velocità folle verso
l’ora "
X" in
cui un pazzo criminale spingerà il pulsante della bomba atomica e
salterà tutto per l’aria; ma questo è solo una conseguenza.
I buoni, presi dai
continui sensi di colpa, identificano continuamente qualcuno da aiutare
perché senza aiutare essi si sentono come morti.
Come
conseguenza di questo essere Don Chisciotte vediamo che chiunque è
contro di loro li etichettano come irrispettosi, un altro modo per
bloccare la gente: in realtà, il motivo di tutto ciò è che senza
individuare il male la loro emozione di “bene” non si può nutrire:
essi devono trovare il male
dappertutto. Queste persone non hanno
mai amato in modo
incondizionato e dire incondizionato è solo un dare enfasi poiché l'
amore è sempre incondizionato.
Mi
auguro
che i buoni possano realmente rendersi conto in che guaio sono e in che
condizione hanno portato il mondo in cui viviamo.
Il dio onnipotente (che tu sei)
non
può non essere ciò che è. Però può dimenticare di esserlo e la vita lo
spinge sempre più verso il riconoscimento di se stesso.
Il dio onnipotente è anche
indefinito,
quindi nessun aggettivo può essergli attribuito: buono, cattivo, bello,
brutto sono aggettivi!
Se un bel mattino al suo
risveglio un
Essere si AGGETTIVIZZA (si definisce) buono, sta ponendo un limite al
proprio
essere
indefinito.
Poiché i limiti esistono solo
nel
frammentato e quindi nella dualità, ecco che la vita (che è illimitata)
per rompere i limiti fa qualcosa: aumenta la realtà del proprio essere
buono
sconfinando nella
realtà del male; ecco perché hai bisogno del
male per
confermare il tuo stato di sentirti
buono.
Quando un Essere indefinito assume un ruolo (che è definito),
deve
ottenere il suo contrario (ottenendo una cosa più grande, illimitata)
per confermare il ruolo in cui si trova.
Ed
è così che gli Esseri trascorrono milioni di anni in una prigione della
mente dove i guardiani non sono le sbarre o i carcerieri, bensì le
cariche di
buonismo e di
cattivismo: una prigione
della mente.
Fai
quello che sinceramente senti di fare e non fare quello che
sinceramente non senti di fare: questo è il
mio suggerimento a chi vuole
vivere.
Mi auguro che tutti
possano decidere di usarlo con i relativi benefici che si porta dietro.
Ma alla base di tutto c’è la decisione di ESSERE. Cosa significa? Che
se non saremo noi a decidere di decidere di prendere questa decisione,
allora sarà la vita, prima o poi, che ci metterà in condizione di
farlo. Ripeto spesso che SIAMO CONDANNATI AD ESSERE FELICI; TANTO VALE
INIZIARE DA SUBITO.
Se tu non
ti sentissi buono non avresti "male" ed "ingiustizie" intorno a te. Il
bene deve nutrire se stesso attraverso il male.
È solo
con il
raggiungimento della giustizia che possiamo ottenere la pace. Potremo
avere giustizia solo quando gli uomini decideranno di fare ciò che
sinceramente sentono di fare e non perché spinti dalle loro emozione di
falsa
compassione.
La
parte che segue è
stata aggiunta il 17 marzo 2007; è tratta dal testo
IL
METODO FELDENKRAIS di Moshe Feldenkrais delle EDIZIONI RED;
buona lettura.
Il detto
evangelico
«Ama il prossimo tuo come te stesso» costituisce il nucleo di tutte le
religioni. Esso ha reso ottimi servigi all'umanità ed è ancora oggi
l'obiettivo principale di tutte le persone orientate da spirito
umanitario. Ma il detto può anche essere rovesciato. Le migliori
intenzioni, se messe in atto sotto la pressione di una coazione,
producono risultati opposti. Popolazioni su cui la religione è stata
imposta coercitivamente hanno facilmente ceduto al fanatismo arrecando,
in determinati casi, gravi danni, sia in passato sia oggi e annullando
in tal modo il bene che deriva dall'etica religiosa. La nostra
educazione è permeata dell'idea di dover amare gli altri come noi
stessi, ma troppo spesso tale concetto viene inculcato con tanto
assolutismo e rigidità da cancellare ogni spontaneità.
Molti diventano 'buoni'
non perché hanno imparato a vivere bene con gli altri, ma perché sono
incapaci di muovere un dito per affermare se stessi.
Non sanno rifiutare
nulla di quanto viene chiesto loro e ciò semplicemente perché hanno
paura degli altri. La loro bontà, quindi, è dettata da ragioni estranee
e subito dopo essi provano un certo risentimento a causa del proprio
comportamento. Si sentono costretti ad agire (o non agire) in un
determinato modo per il semplice fatto di non essere capaci di
contraddire chicchessia, anche quando ciò sarebbe giustificabile e
assennato.
Una
gentilezza o una bontà di questo tipo sono il sintomo e il risultato di
un'aggressività inibita. La persona si identifica a tal punto con gli
altri da essere sicura che anche costoro proverebbero la sua stessa
ansia in caso fossero contraddetti o si opponesse loro un rifiuto,
rimanendo relegati in una situazione di isolamento e alienazione simile
a quella che lei stessa avverte. Il prossimo naturalmente trova
insopportabile un simile atteggiamento, cosicché la persona
forzatamente buona ha ben pochi amici veri, forse nessuno e si lascia
invischiare da situazioni che gli rendono la vita piena di continue
amarezze. Questo tipo di bontà arreca a un membro della società,
l'individuo che si impone di esser buono, un danno pari a quello che la
società stessa considererebbe criminale se fosse inferto al proprio
prossimo.
L'individuo che vuol essere buono a tutti i costi tratta se
stesso come nessun essere umano tratterebbe neppure un cane.
Quando decide di fare o
non fare qualcosa, applica un rigore sadico, una durezza estrema, che
non sarebbe mai capace di usare contro gli altri per paura di perdere
il controllo su se stesso (egli teme, infatti, più se stesso che le
ritorsioni dirette degli altri). In genere un tale comportamento si
instaura su questioni di poco conto, attinenti alla vita quotidiana e
viene applicato automaticamente, senza troppo pensarci su. Se sono in
gioco questioni più importanti, normalmente l'individuo si prepara e fa
grandi sforzi per superare la propria incapacità, ricavando un piacere
sproporzionato dal fatto di riuscire a essere all'altezza dei suoi
propositi.
Qualche volta questo
successo viene trasferito per alcuni giorni nel resto della sua
attività e l'interessato resta euforico fino al prossimo errore, che lo
piomba in una profonda depressione.
Anche il
più intimo
degli amici non sa spiegarsi questi cambiamenti d'umore, dal momento
che non è accaduto nulla di esteriore che giustifichi una tale euforia
o una tale depressione.
Questa
descrizione,
forse anche troppo vivida, ha lo scopo di illustrare il comportamento
di molte persone intelligenti ed educate che, a causa della loro
timidezza, modestia e del loro eccessivo riguardo per i sentimenti
altrui (qualità in se stesse mirabili, purché non subite in modo
coatto), si escludono da sole dal novero di coloro che hanno diritto a
essere trattati con rispetto e cortesia. Costoro trarrebbero gran
vantaggio dal fatto di capire che il detto «Ama il prossimo tuo come te
stesso» non sempre significa che loro sono peggio del prossimo e che
meritano quindi di esser trattati di conseguenza.
Arcangelo
Miranda
©
copyright 2006 Arcangelo Miranda – è consentita la pubblicazione con
l’obbligo di inserire anche un link attivo