Dipendenze
La
condizione di “essere” prevede flussi uscenti (causativi) equilibrati
con altrettanti flussi entranti (effetto). Infatti una buona
definizione di sanità mentale è un Essere che è al 50% causa ed al 50%
effetto.
Questo
equilibrio di flussi determina un ciclo di
energia e la sua qualità (armonia) sta proprio nell’equilibrio
causa-effetto.
Se
una
persona è
alternativamente causa ed effetto su sé stessa e sulle proprie aree di
competenza, allora proverà emozioni positive poiché diviene causa sulla
vita, sulla sua vita.
Se
un
individuo non è causa sulla propria vita,
allora vivrà emozioni negative.
Causa
ed effetto sono l’equivalente di “fare” ed “avere” secondo le
indicazioni del proprio “essere”.
Una persona è sotto stress quando è in una condizione di "imposizione
di avere" (avere non gradito) oppure gli viene “impedito di avere”
(nessun avere).
In entrambi i casi quando si è bloccati su AVERE si determina
automaticamente un blocco su ESSERE.
A questo punto se si è bloccati su AVERE e quindi su ESSERE, non
potendo FARE (causare), per AVERE diviene necessario POSSEDERE per
sentirsi di esistere, cioè per creare un flusso fittizio di energia;
questo AVERE non è però un avere di qualità poiché proviene da un FARE
che non è figlio del proprio ESSERE. È proprio per mezzo del "FARE" che
noi costruiamo l’emozione che si completa con l’avere e quindi con la
consapevolezza.
La
condizione di essere bloccati sull’ESSERE
provoca STRESS, per cui qualsiasi dipendenza si instaura per
contrastare (per mezzo dello scaricare) lo stress.
In
questa
condizione l’individuo si degrada istante dopo istante al punto che se
non vi si pone rimedio, avremo persone morte a 20 o 30 anni che
verranno seppellite a 70 o ad 80.
La
dipendenza
patologica s’instaura quando si ricorre sistematicamente ad esperienze
fuori
dall’ordinario,
stordenti od eccitanti, necessarie ad evitare ansia, panico o
depressione, per cercare di mettersi in relazione con gli altri, per
provare emozioni significative nei confronti della realtà o di sé
stessi, per mantenere un fittizio equilibrio psicofisico, per sentirsi
all’altezza delle situazioni di vita e di lavoro ecc.
La
dipendenza è il bisogno incontrollabile di assumere una determinata
sostanza alla quale ci si assuefa. L’assuefazione è l’abitudine a certe
sostanze, tossiche o curative, da parte dell'organismo, per cui ne
occorrono dosi sempre crescenti per ottenere l'effetto voluto: classica
è l’assuefazione da stupefacenti.
Sono
dipendenze croniche quella sessuale (sexual addiction), l’uso di
sostanze stupefacenti (leggere o pesanti che siano sono sempre droghe),
quelle alimentari (bulimia ed anoressia), il vizio del gioco,
l’alcolismo ecc.
Alcune
di
queste sembrano non avere nulla a che fare con l’assunzione di sostanze
tossiche, come ad esempio la dipendenza sessuale o quella dal lavoro o
dagli affetti.
In
realtà
si parla di due tipi di dipendenze: quella fisica e quella psicologica
o ossessione o mania; le prime sono determinate da
droghe
(stupefacenti, alcool, nicotina ecc) che alterano i processi ormonali o
da
veleni,
a causa dei quali, parti di organismo vengono distrutte: questo è il
caso dei farmaci, dei derivati del petrolio, dei veleni classici
(curaro, stricnina, cianuro, i veleni dei serpenti ecc) che distruggono
i tessuti con cui vengono a contatto.
La nicotina, ad esempio, va a sostituire la produzione organica di
quelle sostanze che danno il senso del piacere e questa è una causa di
dipendenza, mentre i farmaci o i solventi chimici, con le loro molecole
distruggono qualsiasi cosa con cui entrano in contatto.
Le
seconde, cioè le dipendenze di tipo psicologico e più propriamente
dette ossessioni, non avvengono per mezzo di una droga che alteri il
processo di piacere dell’organismo, bensì per mezzo di un complesso
sistema organico detto asse ipotalamico-ipofisario per mezzo del quale
la credenza si conferma nell'organismo così che dopo va in loop con
l'emozione: si concatenano l'uno all'altro.
Questo
meccanismo di
credenza-biologia è meravigliosamente trattato in
LA
BIOLOGIA
DELLE CREDENZE
di Bruce Lipton, un testo che consiglio assolutamente di leggere. In
definitiva Lipton dimostra che un determinato modo di pensare associa
la "credenza" ad una particolare sintesi proteica capace di modificare
la cellula e questa cosa ha effetto sul sistema endocrino tale da
aprire l'organismo ad un inquinamento su cui l'energia negativa si
potrà ancorare: pus, tossine, parassiti, batteri, virus, metalli
tossici ed altro.
In
questo
caso il meccanismo di assuefazione non avviene per mezzo di sostanze
dopanti bensì per mezzo di eventi: sesso, pornografia, affetto,
ritualismo, fanatismo in genere ecc... Sarà così che più si batte
sull'evento, più inquinamento organico si accumula; chiaramente questo
inquinamento è associato con la "credenza" di cui si è effetto e sulla
sintesi proteica modificata.
Cerchiamo
quindi di
comprendere a grandi linee come l'emozione lavora, una volta
innescatasi.
L’i
percinesia
è l’incapacità a star fermi dovuta alla marcata stimolazione delle
terminazioni nervose da parte dei radicali acidi. Questa incapacità a
star fermi è, già di per sé, una dipendenza al doversi muovere in modo
incontrollato.
Per le cellule, la presenza di radicali acidi è sinonimo di tossicità.
Quando c’è una tossicità, l’organismo la vede come stress e risponde
con la produzione di adrenalina e noradrenalina che avranno attività
sulle cellule.
La
paura (stress) favorisce la produzione di adrenalina e noradrenalina i
quali, essendo ormoni catabolici, producono un’energia che deve in
qualche modo essere scaricata.
L’adrenalina produce un aumento della vascolarizzazione; questo stress
può prendere
il
binario-circuito che risponde all’esperienza ed al vissuto della persona:
se la persona ha un qualcosa che gli fa incanalare la produzione di
adrenalina sotto l’aspetto sessuale, in concomitanza alla produzione di
adrenalina e noradrenalina avremo la liberazione da parte delle
terminazioni nervose periferiche di un neurotrasmettitore chiamato
ossido nitroso
con
la conseguente tacitazione degli ormoni dello stress
appunto l’adrenalina e la noradrenalina. Simultaneamente nel sistema
endocrino si amplifica la produzione degli ormoni sessuali estrogeni e
testosterone. Ecco la necessità di
essere
sessuali ed il fatto di dipendere da esso:
tacitare gli ormoni
dello stress.
Che
la pornografia induca a produrre adrenalina o testosterone credo sia
ridicolo: piuttosto è lo stress, che si sfoga per mezzo della
dipendenza sessuale o pornografica e l’ossessione sessuale, che può
essere così elevato tale addirittura da bloccare la libido.
Una buona sessualità si realizza nel relax, così come il lavoro, gli
affetti ed il nutrirsi.
Allo
stesso modo, un vissuto di “mancanza” può far incanalare il binario
della dipendenza da lavoro e da accumulo e quindi approdiamo
all’ossessione del lavorare.
Perché un individuo si trova in una ossessione (ritenuta socialmente
leggera) come il lavoro, il sesso, le sigarette, l'accumulo di danaro o
altro?
Per
scaricare lo stress!!!
Ecco che nell’ansia di scaricare lo
stress, abbiamo perso di vista il
vero senso della vita.
Pur
rientrando nell’ambito delle patologie, molti “eccessi” nascono da
dipendenze definite “normali” dalla nostra società quali quelle di
darsi in maniera eccessiva al lavoro o alla famiglia, al volontariato,
al vegetarianesimo, al cibo, ma che noi già chiamiamo dipendenze
emozionali poiché non accettate con scelte auto-determinate, ma a
seguito di una influenza più o meno nascosta dell'ambiente; anche in
questo caso ritorniamo al discorso detto all'inizio dove l'individuo ha
ridotto la sua capacità di essere causa sull'ambiente: a questo punto
entra sempre più in una spirale discendente.
Si è
sperimentalmente
verificato che un processo della tolleranza determina l’innesco di una
dipendenza.
In se il PROCESSO DELLA TOLLERANZA è definibile -in grandi linee- come
una sensazione di disagio interiore
per essere dovuti
scendere a compromessi con la propria realtà.
Questo disagio è visto come DISTURBO DEL SE’ e, per i binari-circuiti
di cui sopra, neuro-fisiologicamente può tradursi in una DIPENDENZA che
dipende dal vissuto dell'individuo e dall'ambiente in cui ora si trova.
L’estremo del processo di tolleranza fisicamente si traduce in DISTURBO
DELL’IMMAGINE CORPOREA, cioè non ci si piace più neanche fisicamente.
Viene chiamato, banalmente, processo della tolleranza e
dell’attivazione della dipendenza.
Noi possiamo accorgerci delle dipendenze leggere ed intervenire, ma
quando siamo in quelle croniche lì son dolori.
La
sequenza è comunque
la seguente, indipendentemente, come appena detto, dall’intensità con
cui si manifesta:
- Processo della tolleranza
(per violazione del proprio Codice Interiore)
- Disagio del Sé
- Dipendenza neurobiochimica
(attivazione della dipendenza)
- Disturbo dell’immagine
corporea
Se siamo
disturbati e critici dell’immagine del nostro corpo vuol dire che siamo
fortemente dipendenti da qualcosa fuori di noi… e che ci sentiamo
fortemente non a posto dentro di noi. Se
avete avuto il pensiero di intervenire con il bisturi sul vostro corpo,
allora sapete quanto in basso si è scesi sulla scala.
Con il
concetto del PROCESSO DELLA TOLLERANZA ED ATTIVAZIONE DELLA DIPENDENZA
sappiamo che quando andiamo contro il nostro Codice Interiore (scendere
a compromessi con la nostra realtà, ad esempio) allora andiamo ad
attivare nel corpo meccanismi biochimici ed ecco qui la DIPENDENZA: è
così che diventiamo carnefici di noi stessi.
In
cima a qualunque
problema vi è quindi l’aspetto dell’ATTEGGIAMENTO, per questo si dice
che l’atteggiamento è tutto.
Il fatto di non fare uso di droghe non significa essere esenti da
dipendenze; atteggiamenti che vanno a ferire la nostra percezione
dell'etica sono le cause che possono dar luogo a malattie e quindi
farci maggiormente rimanere intossicati da veleni (farmaci) o da
tossine derivanti da una cattiva alimentazione o dall'ambiente.
Dico sempre che una persona sana potrebbe mangiare una mucca con tutti
gli zoccoli (pur non desiderando più mangiare alcuna cosa specifica),
ma qualsiasi cibo o veleno non avrebbe effetto su di essa. Perché? Non
perché il suo corpo è robusto, questa è una condizione essenziale, ma
principalmente perché alla base c'è un Essere puro e forte che non
scende a compromessi con la sua realtà e che quindi non può mettere il
corpo in condizioni di assorbire tossine e/o di ammalarsi.
Comprendiamo perfettamente questa cosa dalle parole di Marco 16:18
quando Gesù dice ai suoi dedicati: "prenderanno
in mano i serpenti e se berranno qualche veleno, non recherà loro
danno". Praticamente
scientifico!!!
I
comportamenti che si manifestano nelle dipendenze croniche includono:
sfruttamento degli altri, non reciprocità, privare gli altri della
propria umanità (specie mancanza di perdono; sì poiché oltre alla
condanna c'è anche l'incapacità nel perdonare), vergogna di sé con
immediata degradazione degli altri al fine di sentirsi meglio e tante
altre attività e comportamenti patologici di cui spesso la persona NON
NE E’ ASSOLUTAMENTE COSCIENTE.
Cosa
importantissima è che i sociologi di una volta ritenevano maggiorenni
le persone di 21 anni; ebbene, il Processo della tolleranza e
dell’attivazione della dipendenza aggredisce particolarmente i minori
di anni 21 e i maggiori di anni 45. Per questo quando vedete MATRIX c’è
una frase in cui si dice
“Non
si devono risvegliare individui con più di 40 anni”.
Nelle donne tale fascia è ancora più stretta avendo subìto, sin dalla
notte dei tempi, maggiori vessazioni e quindi conservano un retaggio di
maggiore suggestionabilità e paura.
Questo spiega come solo una società degradata possa consentire che gli
individui siano condizionati permettendo attività e spettacoli (sesso,
violenza, gioco d’azzardo, droghe leggere) a persone di fasce di età
cosiddette suggestionabili.

Io amo
la coppia
Battisti-Mogol, ma la frase della canzone 10 Ragazze in cui si dice
Ho visto un uomo che moriva per
amore
è sbagliata in quanto impossibile, poiché per quel tipo di amore non si
può morire, ma tutto al più si diviene immortali. Se poi l'
amore di cui si
parla è quello della
dipendenza
affettiva, allora si che può dare anche luogo alla morte
ed innescare follie omicide; sono di tutti i giorni le cronache ed i
film che assumono i contorni di un racconto molto
ben calibrato di stampo psicotico.
Ma
torniamo a noi: cosa abbiamo detto che determina questi comportamenti
quando non sono causa di droghe e veleni? TOSSINE & C.
Un organismo pulito non può essere soggetto a dipendenze: il corretto
atteggiamento nei confronti della vita evita che ciò possa accadere
poiché l'individuo è in equilibrio sui flussi FARE-AVERE,
causa-effetto.
Il
Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco
è un esempio del tassello mancante per il raggiungimento di una salute
perfetta e per un’esistenza spirituale che può esprimersi solo se il
tempio (il corpo) che contiene il nostro dio è pulito, con la
conseguenza di essere liberi dalle influenze che esso esercita su di
noi per mezzo della mente. Resta inteso che qualsiasi tipo di
dipendenza può ottenere ottimi risultati seguendo questo sistema a
patto che siano rispettati tutti i canoni del professor Arnold Ehret e
che sia seguito con la necessaria perseveranza.
Per
mezzo
del pensiero possiamo risolvere atteggiamenti e situazioni del corpo;
ma a volte accade che l’influenza negativa del corpo è più forte del
nostro pensiero e quindi risulta indispensabile intervenire sul corpo;
per questo i latini dicevano
mente
sana in corpo sano e non viceversa.
Quando
ci
sono blocchi o dipendenze particolarmente profonde, allora diviene
necessario intervenire a livello fisico per riportare l’individuo alla
sua naturale condizione di essere causa, come si diceva all’inizio,
sulla realtà che lo circonda, corpo compreso.
Quindi
un percorso
spirituale prevede certamente una correzione di quello strumento
chiamato corpo.
Arcangelo
Miranda
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