IO SONO DIO
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tratto dal testo IO SONO
DIO di A. M. King
NB
- IO SONO DIO è un testo scritto in forma di Commedia; in questa parte
della storia il Vuoto entra in una divertente polemica con suo figlio
IO SONO, l'unica creazione esistente fino a quel momento. -
Penso
che potrei chiedere al mio ESSERE, a ciò che IO SONO, per vedere se
lui
ha un’idea.
“Psss.
Figlio. Psss!”
“Si? Dici a me?”
“Come
dico a te?! Perché, c’è qualcun altro oltre te?”
“Beh,
facevo così per dire. Che vuoi?”
“
Innanzitutto
portami rispetto e chiamami Papà!”
“Se vuoi ti chiamo anche Mammà;
sai, per quel che mi costa…!”
Il Vuoto pensò:
I giovani
d’oggi non sono più quelli di una volta; questi figli sono insolenti
sin da piccoli; però lo amo ed ora glielo dico.
“Figlio
IO-SONO, sappi che io ti amo!”
“Ma
cos’è amore, papi?”
“Ah,
poiché Nulla è mai stato e Nulla ho mai conosciuto, ancora non lo so.
Però l’ho letto in un libro da qualche parte!”
Disse il Padre: “Senti Figliolo,
io sono a corto di idee,
poiché ho dato a te ciò che è IO e dopo tutto questo lavoro che ho
fatto nel crearti sono stanco e voglio andare in pensione per godermi i
frutti del mio lavoro!”
Ed il Figlio
aggiunse: “In pensione? Cos’è la pensione?”
“Boh, ho letto anche questo su
un volantino della Previdenza Sociale, lì da qualche parte!” rispose il
Padre.
A questa risposta il Figlio
pensò:
O chiamo gli
infermieri o lo faccio contento. Effettivamente Papà sarà davvero
esaurito per il troppo lavoro. Comunque è sempre mio Padre e se non lo
accontento mi toglie la paghetta.
“Cosa vuoi che io
faccia, allora?” disse il Figlio.
“Voglio vedere cosa IO ho
creato,
cosa e
come
sono; ma se mi allontano IO SONO rimane senza IO e non è più; questa è
una cosa che IO, direttamente così come sono messo, non posso fare.
Aggiungi il fatto che non ho più voglia di avere idee poiché ne ho
passate già in quantità infinita a te; mi sento davvero in difficoltà.
Quindi, ti ripeto, io sono
stanco e scoraggiato; inventa tu qualcosa per far si che io riesca a
vedere ciò che ho fatto.
Comunque ti posso dire che, con
certezza, qualche soluzione l’ho pensata poiché se IO
sono tutte le cose che ora sono, e così è, e tutte le cose che ora sono le ho date
a te, dentro te c’è certamente la soluzione.
Sforzati di trovarla. Chiedi e
ti sarà dato!”
E l’IO SONO gli disse che le
parole
Chiedi e ti sarà dato erano belle parole
ed il Vuoto gli disse: “Sono certo di averle lette anche queste lì da
qualche parte …”
“Uffa! - esclamò
in tono di protesta l’IO SONO -
Appena nato e già tutte queste responsabilità. Ai miei figli da piccoli
li farò divertire ed andare alle scuole e poi, solo quando saranno
grandi, li farò lavorare. Non fare agli altri ciò che vorresti non
fosse fatto a te!”
Queste parole, a loro volta
suonavano stranamente familiari al Vuoto…
E l’IO SONO, percependo la
strana sensazione che stava avvertendo suo padre, disse:
“Anch’io le ho lette
da qualche parte!”
Uno strano presagio avvolse gli
astanti…
Comunque, circa gli ordini
ricevuti, il Figlio pensò: “Non
posso neanche appellarmi ai ricordi dei bei vecchi tempi poiché qua, di
vecchio c’è solo Papà e nient’altro poiché io non ho ricordi in quanto
di tutte le cose in me ancora nessuna è stata fatta. Va be’! vediamo
come fare; d’altronde si tratta sempre del mio vecchio e caro babbo….”
“Papi!” –esclamò il piccolo-
“Si, Figlio mio IO SONO, dimmi!”
“Se tu prendi in mano uno
Specchio e lo metti fuori di me, puoi vedere cosa hai creato!”
“Bravo, sciocchino! - lo
rimproverò il Padre - Io ho già le
mani impegnate a sostenerti; se tolgo le mani per mantenere uno
specchio ti perdo e dove ti riprendo più!”
“No papi, per
carità, non farlo poiché senza te io non SONO
più; sono NULLA!
”
...
continua sulla Trilogia
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