Perché fu
necessaria la percezione del tempo?
Postato il 23
settembre 2006
Questo
è il mio cane; lui non ha la percezione del tempo. Lui è sempre nel
presente. Quindi esso “è” continuamente! È sempre ciò che è.
Per
essere “ciò che si è” si deve rimanere in tempo presente, poiché solo
nel presente si può essere. Erroneamente si ritiene che esista un
divenire, ma poiché si può “essere” solo nel presente, allora non si
può divenire circa un futuro: solo nell'ORA si può essere.
Perché
fu necessaria la
percezione del tempo?
Un
po’ dappertutto
leggiamo che un dio deve sperimentare tutte le dimensioni e tutte le
frequenze. Ma questa cosa non è per niente chiara, almeno nelle
centinaia di volte in cui ne ho sentito parlare.
La
sperimentazione delle frequenze è
acquisita per mezzo dell’esperienza e quindi con il grande tesoro
dell’emozione.
Le
frequenze sono
sperimentabili per mezzo di stati emozionali. Ci sono stati emozionali,
tipo quello del controllo sugli altri e le emozioni di fallimento, che
non possono essere sperimentate dagli animali.
Questi
stati sono
estremamente bassi come vibrazioni e quindi contro la vita, che l'IO
SONO non le può direttamente elaborare. Per elaborarle c'è bisogno di
una mente umana, di una mente capace di generare l'errore, qualcosa di
contrario alla vita. Una mente allineata all'IO SONO è sorgente di
vita, una mente allineata all'umano, o al bene e al male che dir si
voglia, è sorgente di morte, cosa che l'IO SONO, per sua natura,
esclude essendo la Vita stessa.
Qualsiasi
coscienza che non è completamente staccata e quindi frammentata dalla
propria sorgente IO SONO, non può sperimentare tali condizioni. In
questa sede sarebbe troppo lungo spiegare come ciò fu possibile, ma ciò
che è importante ora è sapere che, così come è detto nella Genesi, se
l’uomo non si sente
nudo
ed in un corpo di carne
non può elaborare coscientemente l’intero spettro di frequenze.
Se
l’IO SONO per sua natura esclude
l’errore, allora, per poter
ficcare il naso nelle
altre frequenze, c’era bisogno di una coscienza separata dal Creatore.
Quale
fu
l’inghippo? Questo è un universo del FARE, il quale ha come sua diretta
conseguenza l’avere. Una pianta o animale che sia, è allineato con la
propria sorgente per cui vive nell’ORA.
La
diretta conseguenza di un
fare
senza
il collegamento con il proprio
essere, si
tramuta in una mancanza di AVERE e, di conseguenza, un CERCARE DI AVERE
per risolvere il NON AVERE.
In
definitiva
stiamo parlando di AVERE e di NON AVERE e questa condizione è ciò che
dà luogo alla percezione del TEMPO. Il tempo è quella condizione
NECESSARIA che rende possibile risolvere una mancanza di avere – questo
dà la sensazione del PASSATO – per cercare di ottenere in FUTURO.
Quindi
solo un
Essere non collegato alla sorgente IO SONO poteva NON AVERE per
generare la necessità di AVERE e quindi dar così luogo al PASSATO ed al
FUTURO.
Vivere
nel
passato
e
vivere nel
futuro
sono condizioni uguali poiché il futuro non è altro che la proiezione
di se stessi in uno spazio ove ci si illude di credere risolto il
problema di un passato.
A
questo punto è
molto facile comprendere il problema dell’ansia: troppe cose da fare, o
meglio, da riparare, del proprio passato.
Un
individuo che è bloccato nel passato
è psicotico; un individuo che è proiettato al futuro è nevrotico.
La
sanità mentale
è essere nel presente. Essere nel futuro per “divenire” è qualcosa che
è vicino alla follia. Si può essere solo nel tempo presente, poiché il
FARE dell’essere è qualcosa che avviene ORA e nell’ora non ci sono
problemi, poiché i problemi appartengono al passato ed al futuro.
Chiunque
affronta l’ORA con i problemi
del passato è nel passato e non può
essere.
Solo
sperimentando
l’intera gamma di frequenze un individuo può dire di essere stato
tutto, altrimenti sarebbe un dio mancato, almeno di una parte; ma solo
facendo progetti proiettati al futuro si può andare incontro al loro
fallimento e sperimentare la percezione del tempo. Ricordate le parole
del Sermone del Monte (Matteo 6:25-34) e sulle preoccupazioni del
futuro:

25
Perciò vi dico: - Non siate troppo solleciti per la vostra vita, di
quel che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quel di cui vi
vestirete. La vita non vale più del nutrimento e il corpo più del
vestito? 26 Osservate gli uccelli dell'aria, che non seminano, non
mietono e non raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li
nutre. Ora, non siete voi molto di più di essi? 27 E chi di voi, a
furia di pensarci su, può aggiungere un cubito
alla
propria statura? 28 E perché darvi tanta pena per il vestito?
Considerate come crescono i gigli del campo: essi non lavorano e non
filano. 29 Tuttavia vi dico che neppure Salomone, con tutto il suo
splendore, fu mai vestito come uno di essi. 30 Se dunque Dio riveste
così l'erba del campo, che oggi è e domani viene buttata nel forno,
quanto a maggior ragione vestirà voi, o uomini di poca fede?-
31 Non vogliate dunque
preoccuparvi, dicendo: Cosa
mangeremo? - oppure: - Cosa berremo? o di che ci vestiremo? - 32 Sono i
Gentili che cercano tutto ciò, mentre il Padre vostro sa che ne avete
bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il
resto vi sarà dato aggiunto automaticamente. 34 Non preoccupatevi
dunque per il domani, poiché il domani sarà sollecito di se stesso.
A ciascun giorno basta il
proprio affanno.
Il
Sermone del Monte tratta di una saggezza
superiore alla comprensione umana ed è un discorso per iniziati.
Ma torniamo al mio cane.
Il mio cane non ha la percezione del tempo ed è per questo che ogni
volta che mi vede è felice sempre alla stessa maniera, anche dopo solo
un quarto d'ora di mia assenza. Lui non deve sperimentare tutte le
frequenze; non ancora. La sua è ancora una vita da cane.
Arcangelo Miranda
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